Quest'anno vi vogliamo augurare un Buon Natale con le parole scritte da Marco Travaglio in copertina oggi su "Il fatto quotidiano". Auguri a tutti, leggete questo articolo fino in fondo e a prestissimo!!!
L’altro giorno l’ho scritto sull’orlo del paradosso. Ma più
passano i giorni e più il discorso mi pare serio. I 5 Stelle non ce la possono
fare a governare Roma, né tantomeno l’Italia. Un po’ per i loro errori e
carenze, evidenti e noti a tutti. Ma soprattutto perché non si può governare
una nazione corrotta e una capitale infetta soli contro tutti. Quindi lo
ammettano onestamente, si scusino per non essere stati all’altezza delle
aspettative, si ritirino in un eremo a studiare e prepararsi per una prossima
occasione e nel frattempo lascino il campo agli altri: gli uomini di mondo e di
partito, quelli bravi, competenti e capaci. Esaminiamo a mente fredda 3 scene.
- Virginia Raggi al Quirinale saluta mesta decine
di sedie vuote attorno a sé mentre i politici veri, quelli che hanno spolpato l’Italia
e depredato Roma, si avvinghiano e si abbracciano per augurarsi un nuovo anno
pieno di soddisfazioni (per loro) e grassazioni (per noi). Gentiloni salva
Mediaset dai francesi cattivi, B. lo aiuta a salvare MPS disossato dalla banca
del buco, una mano lava l’altra, e chissenefrega se B. è un pregiudicato
circondato da condannati (Cuffaro, Dell’Utri, Previti, e ora anche Formigoni e
Scopellitti).
- L’Oref (i revisori dei conti) boccia il bilancio
della Raggi dopo aver avallato tutti quelli (perlopiù falsi) delle giunte
precedenti che hanno disossato la Capitale, con le opposizioni e i giornali che
evocano lo spettro del commissariamento ( e pazienza se il parere dell’Oref non
è vincolante e se per approvare i
bilanci comunali c’è tempo fino al 27 Febbraio, tant’è che in 20 anni nessuna
giunta ha mai rispettato la scadenza del 31 Dicembre).
- Giornaloni e TG amplificano gli errori dei 5
Stelle e nascondono quelli, infinitamente più gravi, dei partiti. Intendiamoci:
non è una novità né un complotto. E’ un fatto culturale, una forma mentis (anzi
dementis) che impregna tutto l’establishment e non si lascia scalfire neppure
dall’evidenza. Quasi tutti i politici, i giornalisti, i manager pubblici e
privati si sentono inquilini esclusivi di un mondo a parte, chiuso in se
stesso, impermeabile a ogni intrusione esterna.
Basta osservarli nel Portfolio di Pizzi e nei Cafonal di
Dagospia: si fiutano, si strusciano, si palpano, si baciano, si riconoscono
anche a occhi bendati, al tatto e all’olfatto. E non ammettono estranei. Con i
barbari a 5 Stelle speravano di cavarsela come 25 anni fa coi leghisti:
comprandoseli. Per ora non ci sono riusciti.
Quando la Raggi dice no al “magnamagna” olimpico, sono
sinceramente increduli, sgomenti. Come si permette questa marziana teleguidata
da un “ex comico” di non dire Signorsì,
come tutti, come sempre? Da allora la sindaca Raggi e chiunque le si
avvicini diventa un appestato, un lebbroso, un paria da sputtanare e isolare.
Lei ci mette del suo, collaborando con errori marchiani alla propria
mostrificazione. Ma il resto, il grosso lo fa il sistema, inventandosi di
tutto. Notizie false. Liaison amorose. Persino nuove categorie giuridiche, come
quelle che campeggiavano l’altroieri sulle prime pagine: “Ora Raggi può finire
indagata”, “Vicino l’avviso di garanzia” (Repubblica), “probabile invito a
comparire per abuso d’ufficio” (Messaggero), “Avviso di garanzia in arrivo”
(Giornale), “Raggi presto indagata” (Unità). Nemmeno ai tempi di Tangentopoli
si era arrivati a tanto: gli avvisi, così come le iscrizioni, o ci sono o non
ci sono. Si possono prevedere, ma aprire le prime pagine dei giornali su un oracolo,
fra l’altro piuttosto trascurabile (si parla della promozione del dirigente
comunale del Turismo, non di tangenti), fa ridere e pena. Tantopiù che alle
tangenti milionarie contestate ai vertici Eni, sulle prime pagine (tranne la
nostra) non c’è una riga. E il caso del sindaco Sala, che non “potrebbe essere
indagato”, m alo è 3 volte, viene liquidatocon molti elogi alla sua comica
autosospensione durata 3 giorni. Con le interviste di Cantone sulla sua
proverbiale onestà, seguite dalla denuncia contro la Raggi. E con il suo
annuncio alla Nazione: “Incontro proficuo coi magistrati: sono innocente, resto
sindaco”.
Ieri poi c’era quella cosetta rivelata dal “Fatto”: il
generale Del Sette che non “potrebbe
essere” , ma è indagato per aver spifferato segreti e cimici di un’inchiesta
che sta a cuore a papà Renzi: in prima pagina, zero tituli. In fondo è solo il
comandante generale dei Carabinieri, mica il capo del personale del
Campidoglio. Oggi, se vorrete trovare traccia del ministro renziano Lotti
indagato per la stessa sofiata, dovrete munirvi di telescopio elettronico. E
vedrete che la notizia saranno le sue dichiarazioni perentorie: “L’accusa non
esiste, i PM mi sentano”. Già, perché gli indagati del Sistema non attendono
pazientemente che i PM li convochino (come le perfide Muraro e Raggi): sono
loro a convocare i PM per interrogarli. Poi emettono pure la sentenza. Ciò che
vale per l’oligarchia, non vige per gli intrusi. All’oligarchia tutto è
permesso, ai marziani tutto è vietato. “Il foglio”, cui non difetta la
spudoratezza, lo scrive da giorni: i 5 Stelle vanno arrestati e posti
fuorilegge perché – assicura Sabino Cassese, l’ex giudice costituzionale
prediletto da Re Giorgio – “qui si parla di eversione”. Evviva la faccia,
finalmente uno che ha il coraggio di dire ciò che tutto il Sistema pensa: chi
sta fuori dal giro non deve governare e , se sventuratamente vince, non
potendosi abolire le elezioni, si aboliranno i vincitori. Alzi la mano chi
pensa che, in un Paese così, anche se per miracolo smettessero di fare autogol,
i 5 Stelle potrebbero mai governare. Buon Natale a tutti.
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