Le tasse dei Comuni sono arrivate al limite: è l’allarme lanciato dalla Corte dei Conti che ha calcolato come in 3 anni il peso fiscale dei tributi locali sia aumentato del 22%, pari a 618 euro a testa per i cittadini, questo per compensare gli 8 miliardi di tagli subiti dalle città in 5 anni.
E questo nonostante quotidianamente il Governo proclami di aver abbassato la pressione fiscale sui contribuenti.
Ma analizziamo meglio cosa ha rilevato la Corte dei Conti: tra il 2010 e il 2014 i comuni hanno subito tagli per circa 8 miliardi che sono stati compensati da aumenti molto accentuati delle tasse locali per conservare l'equilibrio in risposta alle severe misure correttive del governo.
Da qui, il peso delle imposte comunali, viene giudicato ai limiti della compatibilità con le capacità fiscali locali.
I magistrati contabili osservano che nonostante l’incremento consistente delle entrate proprie delle città (+15,63% rispetto al 2013), questo non si traduce in efficienza delle gestioni, non sembra produrre benefici né sui servizi, né sui consumi e sull’occupazione locale, in assenza di una adeguata azione di stimolo derivante dagli investimenti pubblici, compresi quelli dell’ultimo periodo.
I livelli di riscossione tributaria sono diversi a seconda della dimensione di ogni comune e in ogni caso si va da un minimo di riscossione tributaria di 511,76€ a testa, ad un massimo di 881,94€.
Nelle isole addirittura dal 2011 al 2014 si è registrato un aumento del 93,62%.
Insomma il Governo dice di diminuire le tasse, ma solo perchè fa in modo che ad aumentarle siano le amministrazioni comunali, pensateci bene quando vedrete al telegiornale qualcuno che vi dice di aver abbassato le imposte!!!
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