Saranno
infatti ben 12 i nuovi inceneritori che andranno ad aggiungersi ai 42 già in
funzione e ai 6 in costruzione “grazie” al decreto sblocca Italia.
Alle
regioni il 29 Luglio è arrivata la bozza del decreto legislativo che attua una
parte del testo diventato legge a Novembre 2014. Ed è anche arrivato l’invito
del Ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, a fare in fretta :”…la
necessità che su tale documento la Conferenza esprima il proprio parere nella
prima seduta utile…”. E si perché c’è il rischio che la Corte Costituzionale
accolga i ricorsi delle Regioni e blocchi l’iter dei nuovi impianti.
Ma quali
sono le Regioni interessate? I nuovi impianti dovrebbe essere 13: 1 in Liguria,
Veneto, Piemonte, Umbria, Marche, Campania, Abruzzo, Puglia e 2 in Toscana e
Sicilia. La Lombardia non sarebbe quindi toccata ma solo perché sul proprio
territorio ci sono già ben 13 impianti attivi.
Viene
quindi meno la strategia della raccolta differenziata e quindi del riuso a
favore del meglio bruciare tutto per creare energia rivendutaci poi a prezzi
altissimi dalle grosse compagnie del settore come A2A, Hera e Iren.
Ma qual è
la scusa addotta dal Governo Renzi? La direttiva UE del 2008 che però cosa
propone? Tutt’altro: riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riuso,
riciclaggio e impianti TMB (un trattamento “a freddo” che riduce ulteriormente
la parte dei rifiuti non riciclabile) e solo alla fine, e come “male necessario”,
gli inceneritori.
Parliamo
anche di cifre però: ai comuni, in media, la differenziata costa 198€ a
tonnellata, bruciarli circa 150. Solo che aggiungendo gli incentivi energetici
in bolletta il costo è simile se non superiore: 220€ nel 2012.
Gli studi
dicono inoltre che privilegiando un politica del recupero le persone impiegate
nel settore potrebbero passare dalle 68.300 attuali a circa 195.000. Non solo:
non tutto quello che arriva all’inceneritore può effettivamente essere bruciato
e quindi va comunque differenziato in loco e poi almeno il 25% dell’immondizia
bruciata si ripresenta sotto forma di cenere altamente pericolosa da smaltire
come rifiuto speciale non si sa bene dove. Il tutto ovviamente senza contare
diossine, furani e Pcb che finiscono nell’aria nonostante i filtri.
E tutte le
politiche portate avanti negli ultimi anni improntate alla raccolta
differenziata nei Comuni che senso hanno avuto a questo punto? Se permettete
“qualche” perplessità ci resta.
Per finire
sentiamo cosa ne pensano i governatori di alcune regioni interessate,
intervistati da “Il fatto quotidiano”:
- Puglia, Michele Emiliano (PD): “Non
abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione in merito ma non abbiamo
intenzione di costruire alcun altro inceneritore: è un impegno che abbiamo
preso in campagna elettorale”.
- Piemonte, Sergio Chiamparino (PD):
“Di inceneritori ne abbiamo già 1 e ci basta”.
- Sicilia, Rosario Crocetta (PD): “Io
i termovalorizzatori non li farò mai. Li vuole Renzi? Il piano sui rifiuti ce
lo facciamo da soli”.
- Marche, Luca Ceriscioli (PD):
“Quello di Macerata è stato spento un anno fa per mancanza di rifiuti. La
raccolta differenziata è già al 63% e puntiamo ad arrivare al 70%”
- Toscana, Enrico Rossi (PD): “Non
sapevo che il decreto prevedesse inceneritori in Toscana, né che da noi debbano
essere addirittura 2. Non è prevista la costruzione di alcun impianto”.
- Umbria, Catiuscia Marini (PD): “Non
autorizzerò alcun impianto: abbiamo una differenziata in crescita, al 50% con
picchi del 70%, restano solo 100 mila tonnellate, troppe poche e il governo lo
sa!”
- Campania, Vincenzo De Luca (PD):
“Per costruire un termovalorizzatore servono 4 anni e in quel momento ci
saranno 700 milioni di tonnellate da smaltire, l’impianto di Acerra è
sufficiente.”
- Veneto, Luca Zaia (Lega): “Di
eventuali nuovi impianti nessuno ci ha detto nulla: ne abbiamo già 3, siamo una
Regione “riciclona” e puntiamo dritti sul compostaggio”
Singolare
queste differenze di vedute tra esponenti dello stesso partito, il bello è che
con l’art.35 del decreto “Sblocca Italia” il Consiglio dei Ministri” può
decidere di scavalcare le Regioni se trovasse degli impedimenti e decidere di
costruirli comunque.
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